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Spiaggia per la pesca surfcasting

spiaggia per la pesca surfcasting

La scelta della migliore spiaggia per una buona battuta di pesca surfcasting dipende ovviamente da una serie di fattori, e come dice la parola stessa, per poter praticare il surfcasting abbiamo la necessità di presenza di onde (lancio sull’onda appunto).

La presenza di queste è fondamentale per far sì che l’energia del moto ondoso e la forza dell’onda stessa favorisca il trasporto o la fuoriuscita di tutti quegli organismi di cui si cibano le nostre prede.

Andare in spiaggia per la pesca surfcasting e in presenza di mare formato, non ci garantisce ovviamente la battuta di pesca dei sogni, ma grazie alle onde possiamo provare a farci un’idea più chiara di quello che potrebbe succedere sotto quel misto di acqua e schiuma.

  1. Come riconoscere la profondità del fondale
  2. Come distinguere i migliori punti dove poter lanciare
  3. Come capire i punti di entrata e di uscita del pesce
  4. Osservare sempre quello che il mare ci indica
  5. Trovato lo spot, tuteliamolo!

La profondità del fondale

La prima considerazione che possiamo fare, è quella di riuscire a distinguere i vari tipi di spiaggia e già in base al tipo di sabbia possiamo capire la profondità che quella spiaggia offre. Generalmente una sabbia molto fine indica che in quel luogo ci sono frequenti mareggiate e quindi un basso fondale, e che a circa 100 mt dalla riva ci saranno circa 2-3 mt di profondità. Una granulometria media ci dice che le mareggiate non sono molto frequenti e che a 100 mt avremo circa 5 mt di profondità, mentre nelle spiagge ciottolose, già a riva abbiamo 2 mt per arrivare e superare i 10 mt di profondità a 100 mt.

Questa osservazione ci può dare già qualche indicazione sulla tipologia di pesce che possiamo trovare in quello spot, ovvero su una spiaggia bassa è molto più probabile riuscire a catturare grufolatori come mormore, orate ecc. su una spiaggia alta invece possiamo insidiare anche i vari pesci di galla che possono essere sugarelli, boghe, aguglie ecc.

La peculiarità principale di un pescatore si sa, è quella di avere molta pazienza, e quindi una volta arrivati in spiaggia non bisogna farsi prendere dalla frenesia e un comune errore è quello di piazzare le canne nel primo punto in cui ci troviamo. È molto importante invece prendersi un po’ di tempo per osservare quello che ci troviamo davanti.

Dove lanciare

La presenza di onde, come dicevamo prima, ci aiuta ad interpretare al meglio quello che potrebbe essere lo scenario sott’acqua, e fattori come schiuma o differenza di colori del mare ci aiutano a individuare quelli che sono i punti dove vale la pena provare a lanciare le nostre esche.

Alcuni di questi punti possono essere punte e canali.

Partiamo dalla punta, facilmente individuabile dalla spiaggia, perché è quella porzione di sabbia più protesa verso il mare, dove solitamente a una certa distanza corrisponde una secca, che è quella parte di mare dove il fondale è più basso rispetto alle zone circostanti, anch’essa facilmente riconoscibile perché avendo un livello d’acqua minore, è il punto in cui le onde si infrangono più costantemente.

Il canale invece, è quella parte di mare che si trova appunto tra due secche oppure tra una secca e il gradino. Questa zona si può individuare dal colore dell’acqua molto più intenso e da un minore moto ondoso, dovuto proprio al fatto di avere un fondale maggiore.

spiaggia per la pesca surfcasting: dove lanciare

Un canale può essere:

  • parallelo
  • perpendicolare

Questa differenza di fondale, genera i famosi dislivelli, che sono un punto di accumulo dei vari detriti e tutti i microrganismi trasportati dalla corrente e dalla forza delle onde, che ovviamente attirano predatori e grufolatori, sarà quello il punto in cui dobbiamo provare a piazzare le nostre esche e dove potremmo avere maggiori chances di catture.

I punti di entrata e uscita

Bisogna ricordare che la stragrande maggioranza dei pesci stazionano al largo e si avvicinano alla riva in cerca di cibo. Essi si muovono sempre controcorrente, questo perché permette loro di sprecare meno energie, in quanto non dovranno essere loro a rincorrere il cibo, ma sarà esso stesso ad essere trasportato verso di loro grazie proprio alla corrente.

Quindi solitamente un pesce entra dalla prima parte accessibile del canalone (finestra) alla ricerca di cibo e lo percorre tutto fino al canale di battigia, uscendo poi dall’altra parte del canalone, per poi riprendere il largo.

Osservazione

Un altro aspetto molto importante da prendere in considerazione è quello di essere sempre attenti ed osservare quello che il mare ci dice. 

Recarsi su una spiaggia che prendiamo in considerazione per una futura pescata, può esserci d’aiuto anche se ci andiamo semplicemente per passeggiare da soli o in compagnia. Andarci dopo una mareggiata sarebbe ancora meglio.

Osservare con attenzione tutto quello che troviamo sulla battigia potrebbe fornirci un ottimo assist anche su quali saranno le esche che andremo a utilizzare, è chiaro che se troviamo una grossa quantità di residui di cannoli, ad esempio, su quella spiaggia sarà sicuramente un tipo di esca che non potrà mancare.

Tuteliamo l’ambiente

Le correnti purtroppo non trasportano solo microrganismi e cibo per i pesci ma, insieme a essi, spesso troviamo grandi quantità di rifiuti di ogni tipo. È importante e fondamentale che siamo noi stessi pescatori a tutelare il nostro mare, portando sempre con noi un sacchetto per tutti i rifiuti dove poter gettare le varie cassettine d’esca, le confezioni della minuteria e tutto ciò che possa inquinare.
Tuteliamo la nostra spiaggia per la pesca surfcasting, tuteliamo il nostro ambiente. Tuteliamoci.

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