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Il mio approccio alla pesca

Non ti annoi a guardare una canna aspettando che si pieghi?

Quante volte ci siamo sentiti fare questa domanda? Sono sicuro che la risposta sarà: decisamente troppe!

Spiegare cosa sia la pesca, e nel mio caso il surfcasting, non è affatto semplice, perché come in tutte le cose ci sono milioni di sfaccettature e punti di vista differenti.

Proverò a dirvi la mia partendo proprio dalla domanda che ci hanno sempre fatto.

La mia risposta comincia con una bugia, anzi, una serie di bugie che a un certo punto della mia vita mi sentivo costretto a dire agli amici e familiari, quando dopo una lunga serie di cappotti che andavano accumulandosi per mesi e mesi, dicevo di aver fatto altro e di non essere andato a pesca. Bugie dette un po’ perché, anche se nella mia mente sapevo che quei cappotti erano normali e che le mie uscite erano mirate più a una fase di studio che alla cattura di una preda, una parte di me tornava a casa demoralizzata. Mi sentivo come un attaccante che non riusciva a fare goal.

Oltre alla classica domanda di cui sopra ce n’erano altre del tipo: “non preferisci uscire con noi?” (Vaglielo a spiegare che nella tua mente avevi previsto la scaduta perfetta) oppure “coi soldi che spendi tra attrezzatura e esca non è meglio se i pesci li vai a comprare?”

Ecco a distanza di anni passati a cappottare di qua e di la, a leggere riviste e libri, a guardare video, a rubare con gli occhi e con le orecchie dal vecchietto accanto a me, posso dire di saperne ancora molto poco rispetto a tutto quello che c’è oltre quelle canne piazzate verso il mare.

Perché la pesca esiste da sempre e nasce in modo semplice, ma a noi piace complicarci la vita, anzi ai pesci piace complicarci la vita. Vuoi perché con i cambiamenti climatici sono cambiate anche le abitudini di molti pesci, e hanno spinto diversi predatori (che pur essendoci da diversi anni, ma in maniera sicuramente ridotta) ad affollare le nostre coste, vuoi perché tra reti sotto costa e mattanze varie di qualche “pescatore” che pur di farsi una bella foto da postare sui social sarebbe disposto a trattenere pure un oratella da 100gr. il pesce scarseggia sempre di più, vuoi perché è semplicemente l’evoluzione delle specie a rendere le nostre prede sempre più furbe e diffidenti, certamente non possiamo pretendere di catturare il pesce dalla vita con approcci e attrezzature primordiali. Ed è proprio qui che trovo personalmente la parte più affascinante della pesca, ovvero provare ad insidiare delle specifiche prede in determinate condizioni.

Solitamente una battuta di pesca comincia con diversi giorni d’anticipo, iniziando a programmare l’uscita in base all’evoluzione meteorologica, da lì si passa poi alla scelta dello spot migliore per quelle condizioni, partono le classiche domande: che situazione marina posso aspettarmi? Quali potrebbero essere i pesci presenti in quel momento? Che travi scelgo? E l’amo? Il finale quanto lungo? E via via discorrendo.

Pescare per me non si limita a lanciare un’esca in mare con una canna e un mulinello e aspettare che il pesciolino laggiù abbocchi. Pescare per me significa studio, impegno, passione, rinunce, delusioni e soddisfazioni. Mentre siamo lì ad aspettare che la canna si muova, stiamo già pensando a cosa potremmo fare per migliorare la situazione, quale potrebbe essere il nostro jolly se le cose non stanno andando come ci aspettavamo, o semplicemente siamo lì ad ammirare un’alba o un tramonto con lo sguardo fisso verso quel loop di onde che potrebbero dirci tanto di come potrebbe essere la situazione lì sotto.

Questo è un tipo di approccio che utilizzo in automatico quando il mio bisogno di andarmene a pescare viene preso più seriamente, ma esistono anche altri modi di organizzare un’uscita a pesca, magari con qualche amico, su una spiaggia o una scogliera, tra birre, chiacchiere, scherzi e risate c’è una canna messa lì, piazzata a “quello che succede” senza troppo impegno, senza troppe domande, senza troppa ricerca della perfezione (in queste occasioni non mancano le belle sorprese).

Anche queste situazioni rappresentano la pesca. Nonostante quella pesca fatta di passione e dedizione sia quella che mi soddisfi di più, non esiste solo quella, e allora che la vogliamo chiamare surfcasting, PAF o beach ledgering, l’unica cosa che conta è stare bene, con sé stessi o con gli amici.

E allora alla domanda: “NON TI ANNOI A GUARDARE UNA CANNA ASPETTANDO CHE SI PIEGHI?”

La risposta sarà sempre la stessa.

NON MI ANNOIERO’ MAI PERCHÉ HO TROPPE DOMANDE DA FARE AL MARE

E voi quante volte avete ricevuto questa domanda e come rispondete?

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