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Granchio Blu: pericolo ambientale o risorsa?

granchio blu

L’Italia, con le sue acque incantevoli e la ricchezza della vita marina, è da sempre una destinazione di elezione per gli amanti della pesca. Tuttavia, dietro la bellezza dei mari italiani si nasconde un problema che sta emergendo con forza: il granchio blu. Questo affascinante crostaceo, conosciuto per la sua carne prelibata e la sua caratteristica colorazione, sta creando preoccupazioni crescenti per la sua diffusione incontrollata nelle acque italiane. In questo articolo, esploreremo la problematica che questa specie sta facendo nascere in Italia, analizzando le sue origini, la sua espansione e le possibili soluzioni a questa emergenza ambientale e gastronomica.

Le Origini in Italia

Il granchio blu, noto con il nome scientifico di Callinectes sapidus Rathbun, è una specie originaria dell’Atlantico. Si presume che sia arrivato nei mari italiani, probabilmente a bordo di navi mercantili, sfruttando condizioni climatiche favorevoli. Questa specie, una volta giunta nei nostri mari, ha iniziato a riprodursi in modo rapido, creando una vera emergenza.

Questo granchio è noto per le sue dimensioni impressionanti, con un carapace che può raggiungere fino a 15 centimetri di lunghezza e 23 centimetri di larghezza. Il suo corpo ha una forma ellittica, con due spuntoni ai lati e un margine anteriore seghettato. La parte inferiore e la parte terminale del suo corpo presentano una colorazione blu intenso, da cui deriva il suo nome comune. Resiste senza nessun problema a temperature comprese tra i 3 e i 35 gradi, si adatta anche nell’acqua dolce dei fiumi, in quella salmastra delle paludi e si riproduce molto velocemente, ma soprattutto si nutre di qualunque cosa.

Il granchio blu è un crostaceo onnivoro, che si nutre di una vasta gamma di alimenti, ma ha una predilezione per i molluschi come le vongole e le cozze, ma mangia anche crostacei, uova e pesci, in particolare gli avannotti, cioè i pesci appena nati, mettendo a rischio la popolazione futura. È noto per la sua aggressività e la sua incredibile velocità. Questa velocità lo spinge a nutrirsi costantemente, causando danni significativi agli allevamenti ittici e ai banchi di pesce. Le sue potenti chele possono anche distruggere reti da pesca, causando perdite economiche notevoli agli operatori del settore.

Una caratteristica distintiva del granchio blu è la sua capacità di nuotare. Questi crostacei hanno due paia di zampe simili a pagaie che utilizzano per nuotare in modo rapido e agile. Questo li aiuta a scappare dai predatori e a muoversi rapidamente in cerca di cibo.

La Diffusione del Granchio Blu in Italia

Originario delle coste degli Stati Uniti, dell’Argentina e della Nuova Scozia, il granchio blu ha fatto il suo ingresso in Europa, trovando un ambiente adatto alle sue esigenze. Attualmente, sta diffondendosi rapidamente nelle acque italiane, con una concentrazione particolare nella zona dell’Adriatico.

Nel suo ambiente naturale, questo granchio costituisce una fonte cruciale di nutrimento per i suoi predatori naturali, tra cui anguille, razze, squali, persici nei fiumi e, ovviamente, gli esseri umani. Tuttavia, quando viene introdotto in nuovi habitat, specialmente in ecosistemi più ristretti e delicati rispetto all’ampio oceano Atlantico di origine, la sua mancanza di predatori naturali e la sua notevole capacità riproduttiva lo trasformano in una specie aliena invasiva capace di causare gravi danni alle specie autoctone.

L’espansione del granchio blu in Italia è motivo di preoccupazione, poiché si tratta di una specie altamente aggressiva che può causare gravi danni agli ecosistemi marini. Il suo regime alimentare vorace, che include molluschi, avannotti e vegetali, minaccia non solo la biodiversità marina ma anche l’economia ittica delle regioni costiere italiane.

Il suo primo avvistamento sulle coste italiane risale al 2008, quando è stato individuato in Basilicata. Da allora, la sua presenza si è estesa in modo costante in altre regioni, tra cui Abruzzo, Puglia e l’Alto Adriatico. Negli ultimi cinque anni, sono stati segnalati avvistamenti anche lungo le coste campane, in Lazio, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Sicilia. Attualmente, la zona dell’Alto Adriatico tra Emilia Romagna e Veneto è quella più colpita dalla presenza costante e abbondante del granchio blu.

L’Emergenza Nazionale

L’espansione incontrollata del granchio blu in Italia ha portato a una situazione di emergenza, con gravi conseguenze sia per l’ambiente marino che per l’economia ittica. 

Secondo le stime di Fedagripesca-Confcooperative, il danno economico attuale causato dal da queso crostaceo in Italia è già stimato intorno ai 100 milioni di euro, concentrato soprattutto nella predazione delle vongole.

Il Veneto è una delle regioni più colpite dalla presenza del granchio blu, e il suo settore della pesca rischia di essere seriamente compromesso. 

Il granchio blu come risorsa

Nonostante l’emergenza causata dal granchio blu, esistono opportunità per trasformare questa problematica in una risorsa. L’Emilia Romagna, una delle regioni più colpite dalla presenza del granchio blu, ha avviato l’export del crostaceo verso gli Stati Uniti.

Una start-up chiamata Mariscadoras, con sede a Rimini, sta conducendo questa operazione. L’obiettivo è esportare il granchio blu in Florida, con destinazione Miami. Il primo container, contenente 15,75 tonnellate di crostacei semilavorati, è stato spedito con successo. Questi granchi blu, pescati nelle acque della Sacca di Goro, del territorio di Comacchio e nel Delta del Po, possono essere venduti negli Stati Uniti, dove questa specie è originaria e molto apprezzata dai consumatori.

Mariscadoras è una start-up tutta al femminile che ha ideato il progetto Blueat – La Pescheria Sostenibile, con l’obiettivo di promuovere l’utilizzo alimentare e gastronomico delle specie aliene marine invasive, tra cui proprio il granchio blu. Questa iniziativa mira a ridurre il suo impatto negativo sull’ecosistema e a fornire una soluzione sostenibile al problema.

Il Granchio Blu in Cucina

Il granchio blu, oltre a essere una problematica ambientale, offre anche opportunità gastronomiche interessanti. I principali chef italiani si stanno impegnando nella creazione di ricette deliziose a base di questo crostaceo prelibato.

Tra le ricette proposte da Gambero Rosso c’è il “granchio blu in guazzetto”, un piatto che esalta la carne carnosa del crostaceo. Altre opzioni includono gli “spaghetti al nero” e l'”insalata al granchio blu”.

Inoltre, Gambero Rosso consiglia una ricetta giapponese chiamata “Chawanmushi”, un budino salato a base di granchio blu. Questa ricetta prevede l’uso del brodo, la polpa e il cervello del granchio blu per creare un piatto gourmet.

Conclusioni

La diffusione incontrollata di questa specie in Italia è diventata un’emergenza ambientale e gastronomica. Questo crostaceo originario dell’Atlantico ha trovato un ambiente ideale nei mari italiani, ma la sua presenza sta causando danni significativi agli ecosistemi marini e all’economia ittica. Tuttavia, esistono opportunità per affrontare questa problematica in modo sostenibile, trasformando il problema in risorsa. Con l’impegno delle autorità, delle imprese e dei cuochi italiani, è possibile trovare soluzioni creative per gestire questa emergenza e valorizzare la deliziosa carne del granchio blu in cucina.

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